Una volta raccolta l’uva e prima del periodo invernale, è importante prevedere la concimazione del vigneto, per mantenere un adeguato apporto di elementi nutrizionali essenziali.
La concimazione permette lo sviluppo dell’apparato radicale della vite e di conferire al suolo minerali, fondamentali per la crescita e la produttività del vigneto. Gli elementi essenziali per la pianta sono l’azoto, il fosforo e il potassio.
L’azoto stimola lo sviluppo vegetativo del vigneto, interviene nella fotosintesi clorofilliana e nei processi metabolici, intervenendo anche sul grado di maturità degli acini. Una carenza di azoto determina uno sviluppo lento e crescita lenta e produttività ridotta, ma attenzione: se è in eccesso si registra un peggioramento qualitativo dell’uva e una minor resistenza nei confronti dei parassiti. L’azoto va integrato in tre momenti particolari: dopo la raccolta, a ripresa vegetativa avvenuta e in seguito all’allegagione (il momento in cui si passa dai fiori ai frutti).
Il fosforo agisce sul metabolismo energetico a livello cellulare della vite e contribuisce a determinare il bouquet dell’uva e dunque del vino. La presenza di fosforo permette una maturazione dei frutti più rapida e di migliore qualità. Permette inoltre una buona radicazione. Una carenza di fosforo ha come conseguenza uno sviluppo limitato della vite. Se è in eccesso invece determina una maggiore acidità dell’uva e un’assimilazione ridotta di altri importanti elementi. come ferro, manganese e zinco.
Il potassio favorisce una corretta idratazione permettendo adeguati flussi idrici all’interno della pianta e una giusta traspirazione. Non solo, il potassio agevola inoltre l’accumulo di zuccheri negli acini, per questo motivo, una sua carenza fa diminuire la qualità dell’uva prodotta. Un eccesso di potassio potrebbe di contro ridurre l’assorbimento di magnesio, generando possibili carenze di questo elemento. Se il potassio è predominante rispetto al calcio e al magnesio, può verificarsi uno squilibrio nella vite che può portare anche al disseccamento del raspo (la parte legnosa del grappolo).
Attraverso l’analisi delle foglie della vite è possibile stabilire eventuali carenze o squilibri, passaggio consigliato a chi ha deciso di investire nella coltivazione della vite.
La concimazione mira a reintegrare micro e macronutrientii che risultano in difetto e a ristabilire una composizione armonica tra i vari elementi. La scelta del concime da usare dipende molto dal tipo di terreno.
Per la concimazione autunnale, Sala Laurus consiglia l’uso di Actiwave G, un biostimolante innovativo che in modo naturale favorisce l’assorbimento delle sostanze nutritive disponibili nel terreno e ottimizza il loro utilizzo anche se le condizioni di crescita non sono ottimali.
Spesso dopo la raccolta, il suolo accusa una carenza di ferro, per ripristinare un giusto apporto di questo elemento, utilizzabile poi l’anno successivo, si rivela prezioso l’uso di Ferrilene Trium che risolve eventuali clorosi e ripristina il giusto equilibrio minerale.
Per reintegrare un adeguato livello di microelementi nel suolo invece, Sala Laurus suggerisce Valagro Edta mix 5. In alternativa l'apporto di micronutrienti può avvenire con i prodotti che compongono la linea Brexil, a base di microelementi complessati con LSA (ligninsolfonato di ammonio), una sostanza di origine naturale che penetra facilmente nei tessuti senza rischi di fitotossicità. I prodotti di questa linea si applicano a livello fogliare e possono contare su un rapido assorbimento, fondamentale per prevenire, ma soprattutto risolvere efficacemente le carenze di microelementi.
Per una buona concimazione di fondo, nonchè per ripristinare la biofertilità del suolo, si consiglia di associare ad Actiwave G dei concimi organici con inoculi micorrizici e batteri della rizosfera come Agri Bio Aktiv e Biosinergy.